I dirigenti Enpap rispetto alla questione pensioni inadeguate rispondono costantemente “non è colpa nostra” ma del sistema… Rispetto alla questione “assistenza” come risponderanno?
Data l’ autonomia sancita dal d.lgs. 10 febbraio 1996, n.103, ogni cassa previdenziale ha provveduto a creare il proprio regolamento che ne stabilisce requisiti minimi di accesso e tipologia di prestazioni effettivamente erogate.
Vediamo quindi che, specialmente nel ramo assistenza, le prestazioni offerte dalle Casse sono talvolta molto diverse tra loro.
Partendo dalle forme di assistenza relative alla famiglia, al di là della legge sulla tutela della gravidanza e della maternità sulla quale tutte le casse erogano fondamentalmente gli stessi contributi, avendo preso in esame le 5 casse previdenziali che si sono costituite sulla base della stessa norma troviamo che le forme di sostegno messe a disposizione e riguardanti la famiglia sono ben undici:
CONTRIBUTO NIDO
CONTRIBUTO SCUOLA INFANZIA
CONTRIBUTO SCUOLA PRIMARIA
CONTRIBUTO SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO
CONTRIBUTO SCUOLA SECONDARIA DI SECONDO GRADO
ASSEGNO NASCITA
CONTRIBUTO LIBRI SCUOLA
CONTRIBUTO VACANZE STUDIO
CONTRIBUTO ASSISTENZA FIGLI DISABILI
ASSEGNI STUDIO PER GLI ORFANI DEGLI ISCRITTI
ANF per chi ha contratti di collaborazione
Tra queste tipologie di contributi, scelti dalle varie Casse, l’Enpap ha deciso di erogarne tre: l’assegno alla nascita (come tutte le altre casse), il contributo di assistenza ai figli disabili (come tutte le altre casse) e l’assegno di studio per gli orfani degli iscritti (come tutte le altre casse).
A queste si possono aggiungere (poche e non spalmate sul territorio), convenzioni con asili nido e centri per le vacanze studio, a fronte delle altre casse che per gli stessi servizi erogano soldi spendibili dove risulta più utile per gli iscritti.
Si tratta naturalmente di lodevoli iniziative, che rappresentano tuttavia un supporto assai marginale sia dal punto di vista economico che dal punto di vista organizzativo della gestione dei figli, gestione che talvolta si ribalta automaticamente nella diminuzione del tempo da poter dedicare all’attività professionale e dunque degli introiti economici dati da tale attività.
A quanto sembra, i Periti Industriali (EPPI) sono assai più sensibili degli psicologi a tali tematiche applicate ai propri iscritti, su undici tipi di contributo per le famiglie ne prevedono infatti ben nove.
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