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Perché ‘Previdenza & Solidarietà’ ma soprattutto perché SOLIDARIETÀ

Mi piacerebbe cominciare questo breve articolo riportando la definizione del termine ‘solidarietà’ perché è proprio su questa parola che intendo fare, in questo luogo, le mie riflessioni. Dunque leggiamo come l’enciclopedia Treccani definisce la solidarietà:
“La solidarietà è un sentimento di fraternità che nasce dalla consapevolezza di un’appartenenza comune e dalla condivisione di interessi e di fini, e trova espressione in comportamenti di reciproco aiuto e di altruismo. La solidarietà può instaurarsi tra i membri di un particolare gruppo sociale – ne è un esempio la solidarietà operaia – ma può essere anche un sentimento di fratellanza universale”
Quando mi è stato chiesto di far parte della squadra ‘Previdenza & Solidarietà’ che si presenterà alle prossime elezioni 2021 dell’ENPAP la mia attenzione non è stata certo catturata dalla parola ‘previdenza’ contenuta nel nome della lista. Era chiaro e sicuramente lo è a chiunque, quanto questo termine fosse adatto al nome di un gruppo che si presenta per dare il suo contributo ad un ente che si occupa proprio di previdenza. Ed è indubbio, che una volta eletti, questa squadra si occuperà di previdenza (ma non solo!).
Perché associare a questo termine anche la parola solidarietà nel nome della lista? Che cosa c’entra nella nostra visione di previdenza anche la solidarietà? E perché diventa questa per noi un punto essenziale ed irrinunciabile?
Prima di rispondere a queste domande fatemi fare delle brevi considerazioni che vanno al di là della politica, anche perché, sinceramente, io di politica professionale non mi sono proprio mai interessata….fino a quando non mi è stato presentato il programma della squadra della quale faccio parte, che mi è piaciuto.
Nella mia esperienza professionale ho avuto modo di constatare, purtroppo, quanto i membri della nostra categoria siano davvero poco solidali far di loro. L’ho sperimentato durante questa emergenza sanitaria che stiamo vivendo specie quando aspettavamo le sovvenzioni dallo stato: sembrava che se i colleghi più giovani appena iscritti all’ENPAP o i colleghi pensionati avessero ricevuto anche loro il bonus, noi, primi ed unici inclusi nel decreto che ne avevamo diritto in quanto iscritti ad un ente previdenziale (come loro però!) avremmo preso meno soldi. Lo vedo quando capita (purtroppo spesso!) che un collega scredita il lavoro di un altro collega senza farsi alcun problema, poi, quando pur di ottenere più pazienti si propone il nostro lavoro gratuitamente (l’ha fatto anche il CNOP durante il lockdown!) svalutando la nostra professione e l’intera categoria, quando storciamo il naso al pensiero che la nostra laurea a breve sarà abilitante ed i nostri futuri colleghi potranno risparmiarsi la fatica di fare un esame di stato francamente, a mio giudizio, inutile, e quando se una battaglia non ci interessa direttamente perché esula dal contesto in cui abbiamo scelto di lavorare ci disinteressiamo a tale causa pur sapendo che vincerla significherebbe far del bene alla categoria degli psicologi alla quale apparteniamo. Diciamoci la verità, altri gruppi di professionisti con i quali io ho avuto modo di interagire, spesso e volentieri per questioni personali (medici, avvocati, ingegneri), sono molto più coesi di quanto siamo noi psicologi e, come si dice dalle mie parti, loro, gli altri dico, tra ‘cani non si mozzicano!’
A tal proposito, recentemente, nonostante non mi interessi lavorare nel contesto scolastico e soprattutto non abbia il piano di studi idoneo per essere inclusa in alcuna classe di concorso (quindi neanche della A18) ho firmato una petizione per agevolare l’ingresso nel mondo della scuola (nello specifico nel sostegno) dei colleghi appartenenti a tale classe e, devo dire la verità, mi sono sentita orgogliosa di averlo fatto. Sono stata solidale!
Ma ritorniamo alla definizione della Treccani del termine solidarietà per rispondere alle tre domande che mi sono posta all’inizio di queste mie riflessioni.
A noi di ‘Previdenza e Solidarietà’ ci interessa la solidarietà perché ci interessa creare (o forse solo risvegliare!) “quel sentimento di fraternità che nasce dalla consapevolezza di un’appartenenza comune e dalla condivisione di interessi e di fini”, perché solo così si diventa una categoria forte che fa la differenza nella società e soprattutto perché il nostro codice deontologico, che ci regolamenta, ci prescrive la promozione del “benessere psicologico dell’individuo, del gruppo e della comunità. -Lo psicologo, infatti,- opera per migliorare la capacità delle persone di comprendere se stessi e gli altri […] in maniera consapevole, congrua ed efficace” (art. 3) e quindi non vi pare che tutto questo, fondamento della nostra professione, possa essere raggiunto mediante “comportamenti di reciproco aiuto e di altruismo” a cominciare dall aiuto che ogni singolo professionista può offrire ad un suo collega?
Ed ecco perché la solidarietà diventa un punto a cui la squadra non puo rinunciare, innanzitutto proprio perché essa fa implicitamente parte della nostra professione! Quindi va benissimo la previdenza, obiettivo primario dell’ente per il quale ci candidiamo ma ci piacerebbe anche poter cominciare ad utilizzare la solidarietà innanzitutto proprio per sostenere e aiutare i nostri colleghi in difficoltà… più in là vi mostreremo come!
Lettura suggerita: Psicologia della solidarietà

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